Michele non me la prendo mica con Giglio.
Ma visto che il post parlava di scarpe griffate mi è sembrato opportuno aggiungere un’informazione in più.
Beny sì..pure le scarpe ecosostenibili!
Come se fosse una cosa assurda in tempi di cambiamenti climatici esigere che i modelli di produzione e di consumo cambino prima che cambi del tutto il pianeta.
Come dice Sandra la gente è libera di comprare o meno ma, per fortuna è indubbio, c’è gente che prima di acquistare un paio di scarpe (o qualsiasi altra cosa) ci tiene a sapere se influisce sulla deforestazione, il cambiamento climatico, se ha prodotto nuove schiavitù nei paesi in via di sviluppo o ha incendiato riserve indigene. Per cambiare il mercato non ci vuole il 100% dei consumatori. Basta una minoranza allargata. La Geox la Adidas, Nike, Timberland, Reebok e compagna bella hanno ricevuto decine di migliaia di firme nelle ultime due settimane e, come si suol dire, “s’à cuartiaru” e stanno prendendo in considerazione di cambiare le proprie politiche di acquisto. Tutto ciò a dimostrazione del fatto che se dei consumatori chiedono di cambiare i modelli di produzione per non essere complici inconsapevoli di crimini ambientali gravissimi a volte funziona.
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Di: Giorgia
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